Chi Siamo

Don Bosco a Sondrio

L’Istituto Salesiano “Don Bosco” di Sondrio nasce nel 1897; i primi salesiani, mandati dal beato Michele Rua, primo successore di don Bosco, fanno il loro ingresso in “San Rocco” il 24 settembre 1897. Lo specifico della presenza salesiana di allora (oratorio, chiesa pubblica e convitto) resta sostanzialmente immutato fino ai giorni nostri. 

“L’educazione è cosa di cuore, e Dio solo ne è padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna se Dio non ce ne insegna l’arte e ce ne dà in mano le chiavi”. 
(Don Bosco, Scritti pedagogici e spirituali) 

Ancora oggi siamo a Sondrio per “educare” ed “evangelizzare”, attraverso il convitto per studenti delle scuole superiori e per le studentesse di Scienze Infermieristiche; la scuola dell’infanzia Maria Enrichetta Viganò, l’oratorio e la chiesa di San Rocco; la collaborazione pastorale nella parrocchia della Collegiata e nella zona.

La nostra Storia

«La situazione giovanile del tempo era miserevole, se riferita specialmente agli strati più umili della gente della Valle, e in particolare della zona di Sondrio»

«La civiltà moderna ci alleva dei bambini che sono uomini prima del tempo. Vedeteli: a sette anni discutono, a dieci protestano, a dodici si ribellano e a quindici portano già il cappello calato sull’orecchio e l’orologio col ciodolo: hanno già consumato vari mazzi di carte; hanno già rovinato lo stomaco col fumo delle sigarette e guasta la testa col giornale di papà».


Queste frasi tratte da un editoriale del “Corriere delle Valtellina” del 6 maggio 1904, descrivono in maniera abbastanza realistica la situazione della gioventù in quell’epoca… l’articolo termina con un grido: salviamo i nostri giovani!

Sotto la guida del Cooperatore Don Miotti era sorto a Sondrio un comitato per aiutare i giovani. Aveva raccolto la somma di 30.000 lire e l’aveva investita nella costruzione di uno stabile a fianco della chiesa di San Rocco dove già si raccoglieva una moltitudine di ragazzi per giocare. Era un “ricreatorio”. Anche l’Arciprete e il Sindaco di Sondrio chiedono una presenza salesiana: «In tutta la Valtellina non avvi un solo ricovero per l’infanzia abbandonata, e questa Sondrio, che io ho l’onore di rappresentare, creda, ha assoluto ed estremo bisogno dell’opera dei Salesiani»(settembre 1896).

Don Federico Moratti è il primo Direttore Salesiano che arriva a Sondrio, nel 1897, con due confratelli, viene accolto dagli amici e rileva subito l’oratorio festivo e la Chiesa di San Rocco: vi avvia immediatamente un orfanotrofio. Il primo ragazzo accolto è Magri Giovanni, uno dei pochi che, per essere sinceri, non creò problemi, poichè quasi tutti finirono col dare dei dispiaceri: «…è però da aggiungere che ci fecero accettare i giovani più discoli, lasciati in abbandono a sè da chi ne aveva avuto la custodia. Dico la custodia, chè la maggior parte ignoti si erano gli autori della loro vita…»

Anche Don Capra, direttore dal 1898, lo ripete: «… i ragazzi avevano bisogno di un po’ di freno…non conoscevano che fosse ordine e disciplina. Tengo che nella Patagonia non vi fosse di peggio e non bastarono i mesi dell’anno per ridurli ad un ordine compatibile».

L’opera non trova subito la sua forma definitiva: «… dopo quattro anni di attività gli allievi sono ancora solo 21. Don Capra allora decide di recarsi a Torino da don Rua per decidere la sistemazione definitiva dell’opera».

«Carissimo don Lorenzo, mi fa pena la condizione in cui vi trovate di essere quasi inutili alla gioventù in codesta città e dintorni. Aggiustatevi come potete per estendere la sfera della benefica vostra influenza con lo stabilire un Pensionato in favore dei tanti giovani studenti che si trovano costì, con quegli altri mezzi che vi parono opportuni; specie col far fiorire l’oratorio…». (24 Maggio, 1903, Don Rua, Succesore di Don Bosco)

Decisa chiaramente la finalità la casa salesiana inizia il suo cammino che, salvo per due parentesi durante le due Guerre Mondiali, la vedranno divenire punto di riferimento per molti giovani sia per le scuole inferiori che superiori.